2 - FORMAZIONE PER “LAICI CRIC” – NOVEMBRE 2024

a cura dell’Associazione culturale dom Adriano Gréa

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Il mese di novembre è dedicato ai Santi e ai nostri cari defunti.

Infatti si apre il 1° novembre con la solennità di OGNISSANTI, cioè si ricordano tutti i Santi del calendario cattolico, seguito il 2 novembre con la commemorazione di tutti i defunti.

Per noi Canonici regolari della Confederazione dei CRSA è un mese ancora più importante per il fatto che 8 giorni dopo la festa dei Santi anche noi ricordiamo i nostri Santi dell’Ordine Canonicale e precisamente l’8 novembre con una liturgia propria del nostro “Ordo Canonicorum”.

Inoltre il 13 novembre 2024 ricorrono 1670 anni dalla nascita di Sant’Agostino, nostro Padre. Per questo motivo nel secondo mese di “Formazione per laici CRIC”, vogliamo condividere alcuni pensieri di vari autori sul tema della santità, affinchè ci accompagnino in tutto questo mese nel nostro cammino verso la santità e una breve biografia di sant’Agostino per conoscerlo sempre meglio.

 

                                                                     Buona meditazione!

Pensieri sulla santità

“Essere santi non è un privilegio di pochi, come se qualcuno avesse avuto una grossa eredità; tutti noi nel Battesimo abbiamo l’eredità di poter diventare santi amando. La santità è una vocazione per tutti…
 La chiamata di Dio ci può raggiungere nella catena di montaggio e in ufficio, nel supermercato, nella tromba delle scale, cioè nei luoghi della vita quotidiana. E' dunque un cammino, che si deve fare con coraggio, con la speranza e con la disponibilità di ricevere questa grazia. E’ la speranza, sì la speranza”.

 

Papa Francesco

Santità: scintillanti, luminosi, ardenti…

"È necessario che la vita di Gesù cresca in noi, che si innesti sulla nostra vita,

è necessario che i suoi pensieri siano i nostri,

che le sue parole siano le nostre...

Tutto questo è necessario perché operi in noi…"

Dom Adriano Gréa

 

 

“La santità non è fatta di pochi gesti eroici, ma di tanto amore quotidiano”. Papa Francesco.

 

 

(dipinto John Everett Millais, Ophelia, 1851–1852)

 

La morte è la curva della strada,

morire è solo non essere visto.

Se ascolto, sento i tuoi passi

esistere come io esisto.

La terra è fatta di cielo.

Non ha nido la menzogna.

Mai nessuno s’è smarrito.

Tutto è verità e passaggio.

 

 

Fernando Pessoa

RITRATTO DI SANT’AGOSTINO

 

 

In questo mese di novembre approfondiremo la figura di Sant’Agostino d’Ippona, importante per questa nostra piccola “comunità” di laici CRIC perché da lui i Canonici Regolari prendono la Regola di vita, dando forma ad un modo singolare di vita comune per i sacerdoti e non solo.

Per comprendere la portata e la profondità di tale regola partiremo, in questo incontro, nell’approfondire la vita incredibile di questo santo. Capiremo così come sia arrivato a raccomandare a se stesso, ai monaci dell’epoca e a tutti i cristiani di ogni tempo: «Il motivo essenziale per cui vi siete insieme riuniti è che viviate unanimi nella casa e abbiate una sola anima e un sol cuore protesi verso Dio».

 CENNI BIOGRAFICI DEL GRANDE SANTO

 

1.     Dall’Africa a Milano

Agostino d’Ippona, fu filosofo, vescovo e teologo, Padre, dottore e santo della Chiesa. Conosciuto col soprannome Doctor Gratiae, “Dottore della Grazia”, visse ben 76 anni, dal 13 novembre 354 d.C. al 28 agosto 430 d.C., in un periodo di cambiamenti veramente epocali, in cui l’Impero romano era un’entità statale in grave crisi.

La vita di Agostino è stata tramandata con grande dettaglio nelle Confessioni (sua biografia personale), nelle Ritrattazioni, che descrivono l'evoluzione del suo pensiero, e nella Vita di Agostino, scritta dal suo amico e discepolo Possidio, che narra l'apostolato del santo e fornisce l'elenco accurato delle sue opere.

Aurelio Agostino nacque in Africa, a Tagaste, nell'odierna Algeria – all’epoca facente parte della provincia romana della Numidia - da Patrizio, impiegato municipale, pagano, e da Monica, casalinga, cristiana, santa. Ebbe un fratello di nome Navigio e una sorella di cui non si conosce il nome. Patrizio non impedì alla moglie di educare cristianamente i figli, però, com'era allora prassi comune, non fu loro amministrato il battesimo da piccoli. Fu allevato ed educato dai genitori con ogni cura e anche con notevole spesa. A Tagaste compì i primi studi nelle arti liberali (cioè la grammatica, la retorica, la dialettica, l'aritmetica, la geometria, la musica e l'astronomia), e all’età di sedici anni (nel 370), con l'aiuto economico di un amico di famiglia, si trasferì a Cartagine, la metropoli africana dell'epoca, per continuare gli studi superiori. Lì conobbe una ragazza che amò moltissimo e dalla quale fu ugualmente ricambiato. Vissero insieme nella fedeltà, senza mai un tradimento, come sottolinea Agostino stesso nelle Confessioni. E questo nonostante il pessimo esempio del padre, Patrizio, che tradiva pubblicamente la moglie Monica. Tale particolare va tenuto presente, per non continuare a presentare Agostino come un donnaiolo. Dalla relazione con la giovane donna nacque il figlio Adeodato, ragazzo intelligentissimo che morirà all'età di diciassette anni.

Agostino aveva un’intelligenza acuta, una buona memoria, un carattere socievole, uno spirito critico e tutte le qualità e le virtù proprie dei migliori giovani. Ma aveva anche tutti i loro difetti, perché era svogliato nello studio, preferendo marinare la scuola per amore del gioco, vanitoso nel rincorrere elogi, orgoglioso, arrogante verso i compagni fino a usare l'inganno. Agostino visse tutte le crisi esistenziali che investono la mente, il cuore, la fede, la morale, l'interiorità e la socialità dei giovani.

Terminati gli studi, Agostino insegnò retorica prima a Tagaste e poi a Cartagine. A diciannove anni lesse l'opera Ortensio di Cicerone, che lo appassionò allo studio della filosofia. Bramoso di volere spiegazioni razionali che giustificassero la fede, aderì al manicheismo, una setta gnostico-religiosa, che adescava i giovani con false promesse mai mantenute. Agostino vi rimase per nove lunghi anni, durante i quali ebbe un rapporto conflittuale con i manichei. Essi, infatti, non solo eludevano le sue domande sulla fede, ma riuscirono anche a plagiarlo al punto da indurlo ad accettare i loro principi del dualismo e del materialismo. Agostino perse il concetto spirituale di Dio. Uscì dal manicheismo dopo l'incontro deludente col luminare manicheo Fausto, che non seppe rispondere alle sue domande.

Visto che a scuola, nell'esercizio della sua professione, Agostino amava l'ordine e non tollerava i disordini causati da squadre di teppisti, decise di lasciare l'Africa e di andare a insegnare a Roma, dove - si diceva - gli studenti erano più disciplinati. Per attuare questo suo progetto, dovette ingannare la madre che in tutti i modi glielo impediva. A Roma trovò studenti più disciplinati, ma avari. Allora colse l'opportunità di un posto resosi libero a Milano, sede imperiale, e attraverso la mediazione di alcuni amici si trasferì lì. Agostino si portava nell'animo un subbuglio di sentimenti, incertezze, paure, sconforto, dubbi, vaghe speranze e deboli luci che la lettura di nuovi libri di filosofi più spirituali, di matrice neoplatonica, gli andavano accendendo.

 

2.      La svolta dell’incontro con Ambrogio

A Milano Agostino trovò l'ambiente sognato per i suoi desideri di gloria: ottenne la cattedra di insegnamento e divenne oratore di corte. Ma a Milano trovò soprattutto Ambrogio, il celebre vescovo di altissima statura morale, uomo di cultura e di intensa spiritualità di cui aveva sentito parlare. Si mise a frequentare assiduamente le sue catechesi per il gusto di ascoltarlo, ma piano piano l'insegnamento di Ambrogio faceva breccia nel suo animo convincendolo della verità insegnata dalla Sacra Scrittura e dalla Chiesa. Nel frattempo lo raggiunsero a Milano l'indomita madre Monica con la sua donna e il figlio Adeodato. Tutto sembrava ricomporsi, ma si presentò un nuovo grosso problema: con la donna che amava non poteva sposarsi, perché le leggi civili dell’epoca invalidavano il matrimonio tra persone di classi sociali differenti. La donna che amava, infatti, era una plebea. Allora, anche se Agostino non era del tutto convinto, fu persuaso ad accettare il matrimonio con un’altra donna del suo rango sociale, ma era troppo piccola: aveva dieci anni e Agostino trentadue. In attesa che quest’ultima giungesse all'età legale, dodici anni, Agostino tradì per la prima volta la madre di suo figlio, non avendo saputo resistere alla passione. In tutto questo marasma, la ragazza che amava intuì che per Agostino si stava preparando qualcosa di molto grande e, pur col cuore sanguinante, si fece da parte per non essere di ostacolo alla sua vita. Compiendo un atto veramente eroico d’amore, ritornò in Africa e uscì dalla scena per lasciare Agostino totalmente libero. Pure a lui sanguinò il cuore per questa separazione e pianse lacrime amare (anche a causa del suo tradimento).

Dopo la sua partenza, il travaglio interiore raggiunse punte altissime, e prima che la promessa sposa raggiungesse i dodici anni, arrivò Dio con la sua grazia e Agostino si convertì in maniera così radicale, da decidere di abbandonare qualunque carriera di gloria e di donarsi totalmente a Lui. Era l'estate del 386. Lasciò quindi l'insegnamento e si ritirò per prepararsi al battesimo che ricevette insieme al figlio, nella notte della veglia pasquale del 387, a Milano, dalle mani di Ambrogio.

Ricevuto il battesimo, Agostino con il figlio, la madre e gli amici decisero di far ritorno in Africa. Ma a Ostia Monica si ammalò e nel giro di pochi giorni morì all'età di 56 anni. Il suo corpo fu poi trasferito a Roma quando si costruì la chiesa di S. Agostino, e lì si conserva tuttora. Per un anno ancora Agostino si intrattenne a Roma per studiare i costumi dei cristiani e dei monaci.

 

3.      L’inizio di una nuova vita

Nel 388 fece ritorno a Tagaste, alla sua casa natale, dove con gli amici iniziò a vivere una sorta di vita comunitaria religiosa condividendo insieme la preghiera, il lavoro, i pasti. È a Tagaste che prende vita, anche se in forma embrionale, la famosa Regola di Sant’Agostino che divenne la struttura del vivere comune di molti ordini, tra cui l'Ordine Agostiniano nel 1256, e l’Ordine dei Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione nel 1866.

Nel 391, all’età di trentasette anni, Agostino accettò di essere ordinato sacerdote (se pur non ricercasse tale ministero). Si trasferì allora da Tagaste a Ippona per essere d’aiuto al vecchio vescovo Valerio. Ma non volendo abbandonare la sua forma di vita comunitaria, chiese al vescovo di costruire un monastero, detto dei laici, dove vi rimase fino al 395, allorché venne consacrato vescovo. Si trasferì quindi in episcopio, che trasformò in una sorta di monastero, detto dei chierici, dove visse fino alla morte.

Il tempo e l'ambiente ecclesiale e sociale in cui fu chiamato ad operare erano molto complessi perché attraversati da trasformazioni epocali. L'impero romano si sfaldava e la Chiesa era lacerata dallo scisma donatista e da forti insidiose correnti eretiche, quali il pelagianesimo e l'arianesimo. E a fronte non c'era ancora una dottrina teologica ben formata. Per questo su quasi tutti gli spinosi temi di teologia, antropologia, cristologia, ecclesiologia, soteriologia, sacramentaria, morale, mariologia, Agostino si vide coinvolto ad esprimere il suo pensiero come pioniere, non solo dialogando ma anche scrivendo numerosissime opere. Fu un vescovo responsabile preoccupato di nutrire spiritualmente i fedeli con la sana dottrina e difenderli dai sottili errori teologici che ne minavano la fede. Oltre agli impegni dottrinali, sacramentali e pastorali, Agostino doveva provvedere, come tutti i vescovi, anche alle questioni temporali di ordine amministrativo, come il trascorrere le mattinate nella sala delle udienze, incontrando sia la comunità dei religiosi sia le autorità statali.

Per Agostino il sacerdozio fu un servizio svolto con amore, con umiltà, con gratuità e con eroismo. Egli viveva ciò che insegnava, era testimone prima che maestro, credente prima che teologo, pastore prima che pensatore.

Lettore che rumina la Parola di Dio, uomo di preghiera, umile uomo di Dio, testimone della misericordia, innamorato di Dio, ubbidiente figlio della Chiesa, Agostino morì il 28 agosto del 430, mentre Ippona era assediata dai Vandali. Il suo corpo, a motivo dell'invasione vandala, fu trasportato a Cagliari in Sardegna, dove rimase fino al 723. In quell'anno il re longobardo Liutprando lo portò a Pavia nella chiesa di S. Pietro in Ciel d'Oro.

 

Agostino rimane per la Chiesa e non solo, un uomo straordinario, dono di Dio all’umanità intera, che ci ricorda ancora: «Ama e fai ciò che vuoi», cioè Ama ogni cosa così come l’ha creata e voluta Dio e secondo questo amore ti è concesso fare ciò che vuoi!

 

 

 

PROVOCAZIONI PER IL CONFRONTO PERSONALE

 

· Come cristiano, vivo la mia fede come una dura legge morale da non trasgredire o come una liberante relazione d’amore con l’umanità e con Dio, da coltivare ogni giorno per il nostro stesso benessere?

 

· Posso ricordare tutte le volte che Dio si è manifestato nella mia vita con amore misericordioso e mai giudicante?

 

· Ho mai pensato che, come sant’Agostino, Dio mi chiama alla straordinarietà nell’ordinario? 

Santità..

 

Stai con me, e inizierò a brillare come brilli Tu,

al punto da poter essere una luce per gli altri.

La luce, Gesù, verrà tutta da Te.

Sarai Tu a brillare sugli altri attraverso di me.

Dona luce a loro come a me;

illuminali con me, attraverso di me.

Fa’ che Ti predichi senza predicare –

non con le parole, ma con il mio esempio

e mediante l’influsso empatico di quello che faccio -,

attraverso la mia somiglianza visibile ai Tuoi santi

e l’evidente pienezza dell’amore che il mio cuore prova per Te.

 

 

San John Henry Newman


IL SUPERIORE GENERALE

DEI CANONICI REGOLARI DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE

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Via Federico Torre  21  00152  Roma   Tel.  06 5806496  Fax 06 5814837

Email: rinaldoguarisco@gmail.com

 

Roma 5 agosto 2024

OGGETTO: PERCORSO FORMATIVO PER LAICI CRIC – ONLINE

 Carissimo amico/a,

sono padre Rinaldo Guarisco, Superiore generale dei CRIC (Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione). Sicuramente mi conosci già!

Innanzitutto ti voglio garantire che il tuo numero di cellulare/whatsapp fa parte della mia rubrica personale e quindi mi permetto di rivolgermi a te con libertà e nel rispetto della tua privacy. Nel caso non volessi ricevere in seguito altri messaggi da parte mia su questa nuova iniziativa che vado a presentarti,  puoi sempre cancellarti da questa lista di amici che sto creando attraverso il “CANALE WHATSAPP: LAICI CRIC”.

Vorrei presentarti una nuova proposta di formazione e conoscenza della nostra spiritualità canonicale con modalità online, nata in seno all’Associazione “Amici Cric” e all’Associazione culturale dom Adriano Gréa di cui sono il Presidente.

Il motivo è semplice: vorrei poter condividere con i Laici vicini alla nostra comunità religiosa CRIC e che lo desiderano un cammino mensile di formazione e informazione, senza intralciare o appesantire le loro iniziative che già vivono nella propria parrocchia e poter così raggiungere anche quelli che sono lontano e non possono partecipare in presenza.

 

Su invito e sollecitazione anche di Papa Francesco in occasione dell’Anno Giubilare 2025, che ormai si sta avvicinando, mi piacerebbe condividere alcuni temi del Concilio Vaticano II sulla spiritualità biblica, ecclesiale, liturgica, sociale e altro, e che fanno parte anche del nostro carisma di Canonici Regolari oppure altri temi che la Chiesa e la nostra Congregazione propongono nelle  varie circostanze (come il Sinodo, l’Anno Santo, il Congresso dei Canonici Regolari della Confederazione…).

Con la collaborazione di un piccolo gruppo redazionale, vorremmo così approfondire in modo semplice ed efficace questi argomenti che metteremo in programma ogni mese per offrire la possibilità di crescere nella conoscenza e nella formazione della propria fede e del proprio cammino spirituale ed ecclesiale.

 

Cliccando, quindi, sul Link che invieremo puoi accedere al Sito della “Associazione culturale dom Adriano Gréa” che ti offrirà tante altre riflessioni e spunti di letteratura cristiana.

Per questo abbiamo creato un “canale whatsapp”   col nome di “LAICI CRIC” nel quale ti ho inserito pensando che ti possa interessare.

Se sei d’accordo puoi iscriverti, cliccando sulla voce ISCRIVITI CHE TROVI IN ALTO A DESTRA.

Nel caso, invece, non volessi far parte puoi sempre cancellarti liberamente.

E’ un primo inizio, per non dire un esperimento, sperando che possa essere utile e sarà bello poterlo in seguito anche migliorare con suggerimenti e proposte varie. In tal modo vogliamo diffondere la nostra spiritualità canonicale, come sosteneva il nostro Fondatore dom Adriano Gréa, che “non è altro che la spiritualità della Chiesa”.

 

In allegato trovi anche lo Statuto degli Amici CRIC.

Aderendo alla nostra iniziativa di formazione online entri anche a far parte automaticamente dell’Associazione “Amici Cric” che proporrà durante l’anno altre iniziative e celebrazioni in presenza legate a eventi e celebrazioni della nostra comunità CRIC.

Il responsabile degli Amici Cric per la zona di Roma è padre Livio Rozzini, mentre per la zona di Montichiari e Volta Mantovana è padre Paolo Tortelli.

Sperando di poter mantenere e sostenere nel tempo questa iniziativa, ti saluto cordialmente.

 

                                                                                  Padre Rinaldo Guarisco

FORMAZIONE PER “LAICI CRIC” – OTTOBRE 2024

a cura dell’Associazione culturale dom Adriano Gréa

 

Il mese di ottobre è abitualmente dedicato alla preghiera e alla solidarietà verso le

Missioni con la celebrazione della Giornata Mondiale Missionaria del 20 ottobre. E ogni anno il Papa invia un messaggio su cui poter riflettere e agire di conseguenza. Quest’anno il mese di ottobre ha un significato ancora più grande per la conclusione del Sinodo che si terrà dal 2 al 27 ottobre ed è l’anno dedicato alla preghiera.

 

Per questo vi proponiamo una sintesi del suo messaggio missionario il cui tema è tratto dalla parabola evangelica del banchetto nuziale (cfr Mt 22,1-14). Dopo che gli invitati hanno rifiutato l’invito, il re dice ai suoi servi: «Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze» (v. 9). Tutti noi siamo discepoli-missionari di Cristo e in occasione della fase finale del Sinodo “Per una Chiesa sinodale: Comunione, partecipazione, missione”, chiediamo al Signore che ci renda veri testimoni  che sanno  annunciare il Vangelo nel mondo contemporaneo.

Mettetevi alla Sua santa presenza... siate uomini di preghiera!

 

 “..Lui il tronco e noi i rami di questo tronco; ora come la vita dei rami viene dal tronco, così la vita delle nostre anime viene da Gesù, arriva a noi in due modi; innanzitutto dalle sue piaghe, che sono come fontane aperte; e poi dalla Santa Comunione; e soprattutto da qui che ci conferisce la vita, che ce la dona, che ce la elargisce. E’ necessario che noi l’assimiliamo, che la respiriamo, altrimenti, passerà oltre senza penetrarvi…

 

(Dom Gréa)

SINTESI DEL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2024

20 ottobre 2024

Andate e invitate al banchetto tutti (cfr Mt 22,9)

1.      “Andate e invitate!” La missione come instancabile andare e invitare alla festa del Signore.

 All’inizio del comando del re ai suoi servi, ci sono i due verbi che esprimono il nucleo della missione: “andate” e “chiamate” nel senso di “invitate”.

Riguardo al primo, va ricordato che in precedenza i servi erano stati già inviati a trasmettere il messaggio del re agli invitati (cfr vv. 3-4). Questo ci dice che la missione è un andare instancabile verso tutta l’umanità per invitarla all’incontro e alla comunione con Dio.

Instancabile! Dio, grande nell’amore e ricco di misericordia, è sempre in uscita verso ogni uomo per chiamarlo alla felicità del suo Regno, malgrado l’indifferenza o il rifiuto. Così Gesù Cristo, buon pastore e inviato del Padre, andava in cerca delle pecore perdute del popolo d’Israele e desiderava andare oltre per raggiungere anche le pecore più lontane (cfr Gv 10,16)...

Per questo, la Chiesa continuerà ad andare oltre ogni confine, ad uscire ancora e ancora senza stancarsi o perdersi d’animo di fronte a difficoltà e ostacoli, per compiere fedelmente la missione ricevuta dal Signore…

Continuiamo perciò a pregare e ringraziare Dio per le nuove e numerose vocazioni missionarie per l’opera di evangelizzazione sino ai confini della terra.

E non dimentichiamo che ogni cristiano è chiamato a prendere parte a questa missione universale con la propria testimonianza evangelica in ogni ambiente, così che tutta la Chiesa esca continuamente con il suo Signore e Maestro verso i “crocicchi delle strade” del mondo di oggi...

Che tutti noi, battezzati, ci disponiamo ad andare di nuovo, ognuno secondo la propria condizione di vita, per avviare un nuovo movimento missionario, come agli albori del cristianesimo!

 

2.      Al banchetto. La prospettiva escatologica ed eucaristica della missione di Cristo e della Chiesa.

Nella parabola, il re chiede ai servi di portare l’invito al banchetto per le nozze di suo figlio. Tale banchetto riflette quello escatologico, è immagine della salvezza finale nel Regno di Dio, realizzata fin d’ora con la venuta di Gesù, il Messia e Figlio di Dio, che ci ha donato la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10), simboleggiata dalla mensa imbandita «di cibi succulenti, di vini raffinati», quando Dio «eliminerà la morte per sempre» (Is 25,6-8).

La missione di Cristo è quella della pienezza dei tempi, come Egli ha dichiarato all’inizio della sua predicazione: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino» (Mc 1,15). Così, i discepoli di Cristo sono chiamati a continuare questa stessa missione del loro Maestro e Signore…

 

Perciò, siamo tutti chiamati a vivere più intensamente ogni Eucaristia in tutte le sue dimensioni, particolarmente in quella escatologica e missionaria. Ribadisco, a tale proposito, che «non possiamo accostarci alla Mensa eucaristica senza lasciarci trascinare nel movimento della missione che, prendendo avvio dal Cuore stesso di Dio, mira a raggiungere tutti gli uomini» (ivi, 84)…

 

Con quanta più fede e slancio del cuore, in ogni Messa, dovremmo pronunciare l’acclamazione: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta»! In questa prospettiva, nell’anno dedicato alla preghiera in preparazione al Giubileo del 2025, desidero invitare tutti a intensificare anche e soprattutto la partecipazione alla Messa e la preghiera per la missione evangelizzatrice della Chiesa…

E così la preghiera quotidiana e particolarmente l’Eucaristia fanno di noi dei pellegrini-missionari della speranza, in cammino verso la vita senza fine in Dio, verso il banchetto nuziale preparato da Dio per tutti i suoi figli.

 

3.      “Tutti”. La missione universale dei discepoli di Cristo e la Chiesa tutta sinodale-missionaria

La terza e ultima riflessione riguarda i destinatari dell’invito del re: «tutti». Come ho sottolineato, «questo è al cuore della missione: quel “tutti”. Senza escludere nessuno. Tutti…

Ancora oggi, in un mondo lacerato da divisioni e conflitti, il Vangelo di Cristo è la voce mite e forte che chiama gli uomini a incontrarsi, a riconoscersi fratelli e a gioire dell’armonia tra le diversità. Dio vuole che «tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,4).

Perciò, non dimentichiamo mai, nelle nostre attività missionarie, che siamo inviati ad annunciare il Vangelo a tutti…

I discepoli-missionari di Cristo hanno sempre nel cuore la preoccupazione per tutte le persone di ogni condizione sociale o anche morale…

La missione per tutti richiede l’impegno di tutti. Occorre perciò continuare il cammino verso una Chiesa tutta sinodale-missionaria a servizio del Vangelo...

 

Rivolgiamo infine lo sguardo a Maria, che ottenne da Gesù il primo miracolo proprio ad una festa di nozze, a Cana di Galilea (cfr Gv 2,1-12)… Con la gioia e la premura della nostra Madre, con la forza della tenerezza e dell’affetto (cfr Evangelii gaudium, 288), andiamo e portiamo a tutti l’invito del Re Salvatore. Santa Maria, Stella dell’evangelizzazione, prega per noi!

 Roma, San Giovanni in Laterano, 25 gennaio 2024,

festa della conversione di San Paolo.

FRANCESCO

 

 

 

        

PROVOCAZIONI PER IL CONFRONTO PERSONALE

   · Missionari instancabili: come reagisco di fronte alle difficoltà di annunciare il vangelo?

         ·  L’Eucarestia e la preghiera: la vivo intensamente nella mia quotidianità?

         ·   Come discepolo-missionario, ho a cuore l’amore verso tutti?