Area dedicata a Papa Francesco

Carissimi amici,

in questi primi anni del mio Mandato di Superiore generale ho avuto l’occasione di approfondire sempre più alcune tematiche che riguardano la Vita Consacrata e il carisma dei Canonici Regolari. Tanti gli articoli sul tema e altrettanto numerosi gli incontri che ho fatto con altri confratelli nella Vita religiosa, condividendo esperienze di spiritualità e formazione che mi hanno arricchito personalmente e che ho cercato talvolta di estendere anche ai miei confratelli.

Da quando, poi, ho preso a cuore in qualità di Presidente l’Associazione culturale Dom Adriano Gréa, mi sono chiesto se non fosse possibile e bello condividere alcuni di questi argomenti anche per la formazione dei nostri amici laici che desiderano avvicinarsi sempre più al nostro carisma di Canonici Regolari che come diceva il nostro Fondatore dom Gréa, non è altro che la spiritualità della Chiesa.

Per cui abbiamo pensato di “postare” sul Sito dell’Associazione alcune tematiche scelte, all’interno di una nuova Area che abbiamo intitolato “VITA CONSACRATA E I CANONICI REGOLARI”.

Cogliendo l’occasione della triste “dipartita” di papa Francesco che il Signore ha chiamato a sé dopo 12 anni di pontificato, vorremmo iniziare la pubblicazione con alcuni messaggi che in questi anni il papa ha offerto alla nostra Congregazione e Confederazione di CRSA e anche attraverso incontri vissuti attraverso la USG (Unione dei Superiori Generali).

Dopo la prima intensa esperienza vissuta con la sua visita pastorale alla parrocchia di San Giulio il 7 aprile 2019, quando la parrocchia era ancora affidata alla nostra Congregazione, riportiamo il messaggio che ci ha rivolto il 13 gennaio 2013 nell'udienza privata alla presenza del Consiglio Primaziale della Confederazione CRSA. Poi in altre due occasioni ha incontrato i Superiori generali degli Istituti maschili e anche femminili. Infine significativo anche l’incontro con la Delegazione della Val d’Aosta e la Congregazione dei Canonici Regolari del Gran San Bernardo, in occasione del centenario della proclamazione di San Bernardo “Patrono della Val d’Aosta e degli alpinisti”.

Spero che questo strumento di condivisione spirituale e pastorale, possa essere di utilità per tutti i lettori che avranno la pazienza di accedere e leggere alcuni passi di questi numerosi temi che cercheremo di tenere aggiornati.

Un grazie a chi cura e tiene vivo questo Sito ricco di messaggi per la formazione di tutte le “persone di buona volontà”!

 

Padre Rinaldo,

 

Presidente dell’Associazione Culturale dom Adriano Gréa 


Francesco, un padre che ci ha introdotti alla gioia del Vangelo

 

 

 

Al momento di congedarci da Papa Francesco prendiamo coscienza di ciò che egli ha rappresentato

per noi tutti, in particolare per noi superiori generali e per tutta la vita consacrata.

In questi dodici anni del suo pontificato la cosa più evidente è che Francesco ci è stato compagno di

cammino. Con noi ha camminato, con noi ha dialogato, su una strada veramente sinodale, per aiutarci a capire meglio noi stessi, la nostra vocazione e missione nella Chiesa e per il mondo.

Papa Francesco era un religioso, un Gesuita. Ci capiva a partire dalla sua propria esperienza di vita

consacrata, ma anche di vita di superiore, di pastore nella vita religiosa. Ci capiva da uomo che ha

fatto esperienza, certamente anche sofferta, di quanto possa essere arduo condurre un gregge di fratelli e sorelle che desiderano rispondere a una chiamata a seguire Cristo da vicino per andare al largo con Lui.

Fin dall’inizio del pontificato Papa Francesco ha offerto all’USG ampie e frequenti possibilità di

incontro. Ci convocava regolarmente per una mattinata in cui dialogava con noi, ascoltava le nostre

domande, ci rispondeva a braccio, con molta confidenza. Per questo voleva che l’incontro fosse solo

fra di noi, senza la stampa, senza altri ufficiali della Santa Sede. Voleva che ci sentissimo liberi, lui

per primo, di dirci quello che avevamo sul cuore. In questi dialoghi, in fondo, ci aiutava a prendere

coscienza di quello che desiderava trasmettere a tutto il popolo di Dio associandoci alla sua passione

per la missione della Chiesa.

Forse uno dei concetti più illuminanti sul metodo pastorale di Papa Francesco è ciò che scrisse

in Evangelii gaudium: che è più importante iniziare processi di vita che conquistare spazi di

potere (cf. EG 223). Questa convinzione può illuminare ora la nostra memoria, triste e grata ad un

tempo, in questi giorni di congedo da lui. È importante farlo per capire su quale cammino ci lascia

Papa Francesco, in quale processo di vita ci ha aiutati ad entrare, in quale direzione ci ha aiutato a

fare i nostri primi passi. È un po’ come quando i discepoli di Emmaus hanno visto sparire Gesù, dopo

che Lui li aveva accompagnati per un grande tratto di strada, dialogando con loro e amandoli fino a

far ardere il loro cuore di desiderio di stare sempre con Lui. I due discepoli hanno capito che Gesù li

aveva accompagnati per indicare loro un cammino, una strada da percorre, sulla quale correre, una

strada che dalla sua parola e dal pane spezzato della sua vita donata desse a tutta la loro esistenza una direzione lieta di testimonianza e di comunione. I discepoli di Emmaus si rimettono in cammino

perché da quel compagno hanno ricevuto una direzione da seguire con tutta la loro vita e anche

un’energia nuova per percorrerla.

Per questo è importante ora meditare sui processi di vita che Papa Francesco ha iniziato con noi nella Chiesa. Non è importante che questi processi siano giunti al loro compimento. Un processo di vita in fondo non si conclude mai, ma ha la positività di donare al nostro cammino un senso, una direzione, l’energia per seguirlo.

Papa Francesco con noi, specialmente nella vita consacrata, ha iniziato processi di conversione. Ci ha offerto linee chiare sui punti nei quali siamo chiamati a convertirci sempre di nuovo al Vangelo. Ci ha introdotti così a processi di umile riconoscimento delle nostre mancanze e fragilità, di ciò che nel nostro procedere, nella nostra storia, nel comportamento dei membri delle nostre comunità, in

particolare di chi ha un ruolo di responsabilità, non è ancora fedele a Cristo, alla sua verità, alla sua

misericordia.

Francesco ha iniziato così con noi processi di nuova coscienza della nostra missione. Una missione

fatta di accoglienza, di incontro, di messa in gioco della nostra persona, delle nostre comunità con

l’uomo, con il povero che spesso non vediamo, perché sta ai margini della strada o sta dietro le nostre porte chiuse, e che chiede silenziosamente di entrare nel cammino della nostra vita e vocazione.

Papa Francesco non era preoccupato che avessimo tante vocazioni, ma che noi tutti rispondiamo alla vocazione di camminare insieme e con i poveri, perché la nostra vocazione sono i fratelli, le sorelle, con cui vivere una fraternità, una comunione sempre più grande dei recinti dei nostri Ordini, delle nostre comunità, delle nostre missioni prestabilite.

Tutto questo fa sì che Francesco ha iniziato con noi anche un processo di rinnovamento della mistica, di un camminare con Cristo presente, innamorati di Lui; processi in cui la vita consacrata, come tutta la vita cristiana, si rinnova dentro un’amicizia con Gesù, sempre più intima e dilatata. Certamente, la sua ultima Enciclica, Dilexit nos, sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù, si rivela essere per noi come il testamento ultimo di un padre desideroso che i suoi figli vivano in pienezza lasciandosi amare e amando senza limiti. Un testamento che è testimonianza, che è trasmissione dal cuore del padre al cuore dei figli, di un’eredità che non è materiale: è un amore da vivere, un amore da amare.

Se accogliamo e viviamo l’eredità di questi processi di vita iniziati con lui, che abbiamo la responsabilità di portare avanti, cioè di trasmettere a nostra volta, certamente il frutto del cammino

con Papa Francesco sarà una vitalità nuova della nostra vocazione, che non dipende dalle forze, dal

numero, dalle capacità, ma è un dono della grazia dello Spirito Santo.

L’eredità del Santo Padre Francesco non ci renderà protagonisti dei giochi di potere, oggi sempre più

dominanti il mondo e insensibili ai veri bisogni dell’umanità e dei popoli; ci renderà protagonisti del

Regno sempre nuovo di Cristo la cui legge è il Vangelo dell’amore.

Ci possiamo congedare allora da Papa Francesco con una gioia rinnovata di vivere il Vangelo – Evangelii gaudium –, certi che in questi processi di vita nuova il nostro padre e fratello continuerà

ad accompagnarci con il suo grande cuore e la sua ardente preghiera.

 

P. Arturo Sosa 

 

Presidente USG


VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO ALLA PARROCCHIA ROMANA DI SAN GIULIO PAPA Domenica, 7 aprile 2019

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI MEMBRI DEL CONSIGLIO PRIMAZIALE DELLA CONFEDERAZIONE DEI CANONICI REGOLARI DI SANT'AGOSTINO Venerdì, 13 gennaio 2023

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI ALL'ASSEMBLEA DELL'UNIONE DEI SUPERIORI GENERALI (U.S.G.) Aula del Sinodo Sabato, 26 novembre 2022

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 DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO ALLE DELEGAZIONI DELLA DIOCESI DI AOSTA E DELLA CONGREGAZIONE DEI CANONICI DEL GRAN SAN BERNARDO Sala Clementina Lunedì, 11 novembre 2024

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